ambulatorio


Ospedale Santa Maria è un Centro di Senologia comprendente unità multidisciplinari specializzate nella prevenzione e cura del tumore al seno, che insieme costituiscono la Breast Unit. Per Breast Unit si intende una struttura medica operativa e multiprofessionale che prevede la presenza di più figure mediche nell’assistenza alla donna colpita dal tumore: oncologo, senologo, chirurgo senologico, chirurgo plastico, radioterapista, anatomo patologo, medico nucleare, nutrizionista, fisioterapista, psiconcologo, oltre  a  volontari dedicati. Un team composto da più specialisti dedicati alla Senologia, che si occupano delle pazienti con problematiche senologiche, dalla prevenzione al trattamento ed al follow-up,  oltre a informazione e sostegno psicologico.


Evidenze scientifiche hanno sottolineato come il modello Breast Unit, definito da EUSOMA (European Society of Breast Cancer Specialists) e fatto proprio dal Consiglio Europeo, migliori tutti gli aspetti del trattamento del tumore al seno anche in termini di qualità di vita, con un rapporto diretto, inoltre, con i volumi di attività.
La Breast Unit di Ospedale Santa Maria a Bari segue infatti procedure rispondenti alle Linee guida nazionali ed internazionali , e tutta l’attività è fornita di un sistema codificato di raccolta dati, che consente la periodica valutazione (Audit di Breast Unit) della qualità della cura.
 

Tecnologie diagnostiche avanzate

 
La Radiodiagnostica senologica impiega mammografi tridimensionali 3D - capaci grazie all’alta definizione delle immagini - di evidenziare lesioni di pochi millimetri, studiando la mammella strato per strato. La Tomosintesi-Mammografia 3D è un’evoluzione tecnologica della mammografia digitale. Si tratta di un esame mammografico con riprese multiple dell’organo che opportunamente rielaborate da un software, permettono una lettura dell’organo “a fette” ovvero strati più o meno sottili, al fine di ridurre le sovrapposizioni delle immagini e poter ottenere così una maggior definizione delle lesioni presenti. Con l’uso della tomosintesi la sensibilità dell’esame aumenta e raggiunge l’85%. La mammografia resta l’esame principale per la diagnosi precoce, proprio l’alta sensibilità nell’evidenziare eventuali lesioni in tempi rapidi.

Tra gli esami più innovativi è stata introdotta la mammografia con mezzo di contrasto, indicata per pazienti con carcinoma accertato, in fase pre-chirurgica ai fini di stabilire se il focolaio è unico o multiplo, per chi è sottoposto a chemioterapia prima dell’intervento e nelle situazioni in cui la Risonanza Magnetica risulti non eseguibile. La mammografia con contrasto è molto utile anche nei casi in cui una biopsia non è stata dirimente e si vogliono altre informazioni  prima di intervenire chirurgicamente ed in tutti quei casi in cui c’è indicazione ad uno studio con Risonanza magnetica della mammella, ma la paziente è claustrofobica. Le immagini che si ottengono sono molto esplicative ed è per questo che risulta essere molto utile a chirurghi e oncologici che hanno una visione immediata delle problematica.

 

Chirurgia mininvasiva e conservativa della mammella

La Chirurgia senologica si effettua con tecniche sempre meno invasive e più conservative,  così da rispettare sempre di più anche i tratti armonici della figura femminile, ma soprattutto perché il seno è un organo importante sia per la maternità che per la bellezza estetica della donna.
Il trattamento chirurgico del tumore alla mammella mira ad asportare la lesione mammaria e a valutare lo stato linfonodale ascellare con propensione per la preservazione dell’organo e dell’apparato linfonodale ascellare con particolare attenzione per gli esiti, anche estetici, dei trattamenti.

Le tecniche
L’intervento conservativo prevalente (75-80% dei casi) è la quadrantectomia, che  consiste nell’asportazione della sola area della mammella in cui è localizzato il tumore.
L’intervento demolitivo è la mastectomia conservativa Skin-sparing (preservando la massima parte della cute) e NAC-sparing (che oltre la cute risparmia anche il complesso areola capezzolo seguite da ricostruzione immediata mammaria secondo le tecniche in due tempi(espansore mammario) o in un tempo (protesi immediata).
Sull’ascella si applica, secondo le indicazioni attuali, la biopsia del Linfonodo Sentinella utilizzando per la sua identificazione sia il metodo nucleare (Tecnezio radiattivo) che quello magnetico (Sienna+).
 

La Riabilitazione

La Riabilitazione motoria è la fase conclusiva,  ma un importante momento rieducativo per le pazienti che hanno subito un intervento e affrontano cicli di radioterapia. Una valutazione fisiatrica spesso è proposta dopo l’intervento chirurgico alle pazienti sottoposte a mastectomia, e linfoadenectomia ascellare e/o ricostruzione, per la ripresa di una efficace mobilità degli arti superiori. La riabilitazione motoria inoltre può contribuire a prevenire la condizione di prevenzione dell’edema dell’arto (linfedema) noto come, il “braccio grosso” specie nei casi in cui si è stata eseguita una linfoadenectomia ascellare radicale e dopo radioterapia.
 

Il Servizio di Nutrizione

Alle donne operate di tumore alla mammella è riservato anche un servizio di Nutrizione per il miglioramento dello stile alimentare e di vita, in quanto è stato dimostrato da numerosi studi che una dieta ricca di grassi, zuccheri e alcool e ad una ridotta attività fisica, si associa a un rischio aumentato di neoplasia mammaria e di recidiva.

La Psinconcologia

Il percorso all’interno della Breast Unit è completato dalla presenza di psiconcologi  e volontarie dedicate, tra cui il Progetto La Forza e il Sorriso, un laboratorio di bellezza e cura della propria immagine che si svolge due volte al mese all’interno di Ospedale Santa Maria a favore di donne in trattamento oncologico.
Il supporto psicologico è un elemento centrale nel percorso di diagnosi, cura e riabilitazione psico-fisica nelle donne con tumore al seno. Per questo la Breast Unit di può contare sulla figura di una psicologa clinica esperta in psiconcologia - che permette di accompagnare la donna durante tutto l’iter di malattia, grazie ad un punto di riferimento importante per poter affrontare la patologia e le problematiche ad essa correlate con la sicurezza e la serenità necessarie. 

Counseling oncogenetico

In caso di pazienti ad “alto rischio” per tumori eredo-familiari - che richiedono una gestione assistenziale diversificata rispetto a quella dei tumori sporadici - è assicurato un counseling genetico, atto a verificare la presenza in alcune famiglie di una predisposizione ereditaria al cancro, che spesso non vengono prese in carico con adeguati piani terapeutici.
 
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Presidente: Ettore Sansavini
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