ricovero

L'Unità esegue interventi per trattare le alterazioni dell'avampiede e del retropiede.
 
► LE PATOLOGIE DELL'AVAMPIEDE
L’avampiede comprende la regione dei metatarsi e delle dita. Le deformità di questo distretto sono molto comuni, specialmente quelle “acquisite” (non congenite) tra la popolazione femminile. Contribuiscono alla manifestazione di tali patologie le calzature e fattori ormonali.
 
Le alterazioni più comuni sono:
La popolazione maschile risulta in tale distretto maggiormente affetta dall'alluce rigido (artrosi della metatarso-falangea).
 
COME SI INTERVIENE
Trattamento dell'alluce valgo
Il tipo di tecnica utilizzata è quella percutanea, modificata a seconda dei casi. In linea di massima, dopo aver praticato l'anestesia loco-regionale (di solito a partire dalla caviglia), si pratica una piccola incisione di circa 2 mm. Attraverso piccoli strumenti motorizzati si procede a rimuovere l’osso in esubero (la cosiddetta “cipolla”) e si pratica una incisione dell’osso in un punto precedentemente stabilito e si riporta la testa del 1° metatarso nella posizione corretta. Il tutto viene fissato con un filo metallico o con un bendaggio.
Seguono 3 settimane di deambulazione con scarpa con appoggio sul retropiede. Il filo, quando presente viene rimosso dopo le 3 settimane. Il recupero funzionale (circa 15 giorni) è assistito dal Fisioterapista.

Trattamento delle dita a griffe e a martello
Si adotta la tecnica percutanea con un solo foro dorsale (circa 2 mm.), praticando delle osteotomie per correggere i tre raggi centrali (2°-3°-4° dito). Tale metodica non necessita di fissazione poiché le ossa coinvolte si saldano autonomamente nella posizione corretta in circa 3-4 settimane.
Quando non associata a correzione dell’alluce valgo si concede il carico immediato con scarpa indicata dal
Chirurgo (generalmente una calzatura da running). Segue breve periodo di fisioterapia.
Con la deambulazione si corregge automaticamente anche la deformità delle dita.
 
Trattamento dell'alluce rigido o Hallux Flexus
Degenerazione artrosica dell’articolazione metatarsofalangea che evolve in vari gradi. A seconda dei vari gradi di compromissione dell’articolazione si utilizzeranno diversi tipi di approccio:

Stadio 0-1: terapia conservativa (fisiokinesiterapia, educazione della gestione della patologia, terapia infiltrativa)
Stadio 2: intervento di asportazione dell’esostosi (“cipolla”) tramite piccolo opercolo.
Stadio 3-4: protesizzazione dell’articolazione o blocco dell’articolazione (artrodesi).
 
Trattamento di bunionette o 5° dito varo
Essendo in una posizione “particolare” la correzione di questo raggio esige in molti casi una fissazione con
un mezzo di sintesi. Si adottano a seconda dei casi una tecnica sovrapponibile a quella per la correzione dell’alluce o, attraverso una piccola incisione di circa 2 cm si pratica la correzione “a cielo aperto” e la fissazione con una microvite in titanio.
Il paziente potrà deambulare per 2-3 settimane con la stessa scarpa utilizzata per l’alluce valgo.Segue
fisioterapia.
 
► LE PATOLOGIE DEL RETROPIEDE
Il retropiede è la regione che comprende astragalo e calcagno e che supporta il peso del corpo trasmesso
dalla tibia. L'alterazione più comunemente riscontrata in tale regione è il cosiddetto sperone calcaneare
spesso conseguenza di un'alterazione della fascia plantare e della meccanica correlata al tendine d’Achille.
 
COME SI INTERVIENE
Trattamento dello sperone calcaneare
Nei casi di refrattarietà alla terapia infiltrativa con cortisonico si procede, tramite piccolo foro calcaneare
alla rimozione, con l’utilizzo di strumentario dedicato, della formazione ossea esuberante.
Segue un periodo di riposo e successiva riabilitazione variabili a seconda dei casi, ma comunque più lunghi
rispetto agli interventi precedentemente descritto.
In caso di speroni di dimensioni ragguardevoli (morbo di Haglund) si procede attraverso 3-4 fori o nei casi
più importanti a chirurgia Open, con eventuale intervento correttivo del tendine d’Achille-fascia plantare.

Trattamento del piede piatto del bambino
Tale patologia comporta, oltre l’appiattimento della volta plantare il valgismo del retropiede, con una alterazione della dinamica del movimento, che può comportare un “effetto domino” sulle articolazioni man mano che il quadro progredisce.
Si interviene, inizialmente, con il trattamento conservativo, dando priorità ed importanza fondamentale alla fisiokinesiterapia, eventualmente con l’ausilio di solette propriocettive ed in casi specifici di plantari.
 
Nei casi refrattari alla terapia conservativa si procede all’intervento di artrorisi: si pratica una incisione di circa 2-3 cm davanti al malleolo esterno e si inserisce nel seno del tarso, tra astragalo e calcagno, una vite riassorbibile o in titanio (che verrà solitamente rimossa dopo la fine dell’accrescimento). Segue periodo con gesso da carico (concesso da subito) per circa 2-3 settimane. Segue fisiokinesiterapia. Nei casi più importanti (deformità associate o sinostosi) si procede con interventi più complessi.
 
Trattamento del piede piatto dell’adulto
Il piede piatto dell’adulto può essere post-traumatico o, più comunemente conseguenza di una evoluzione del piede piatto del bambino. Tale patologia comporta un numero di alterazioni morfostrutturali importanti e l'intervento comporta la correzione chirurgica del calcagno, artrorisi permanente calcaneo-astragalica.
A seconda dei casi si procede con plastiche della regione interna, comprese trasposizioni tendinee, ed eventuali artrodesi (fusioni articolari) e/o osteotomie correttive a seconda dei casi.
Seguono 3-4 settimane di gesso in scarico e successiva fisiokinesiterapia.
 
Trattamento dell'instabilità della caviglia
Le distorsioni sono una delle più comuni affezioni correlate a traumatismo. Se non trattate in maniera corretta e tempestiva - ed a volte nonostante ciò - possono comportare una instabilità di tale distretto articolare. Abitualmente il distretto coinvolto è quello esterno, con lesione del legamento peroneo-astragalico anteriore, si interviene con la tecnica secondo Brostrom anche per sportivi e lesioni inveterate.
Attraverso un’incisione davanti al malleolo esterno si inserisce una piccola ancora di titanio nel malleolo, collegata a dei fili ad alta resistenza e si pratica con questi la ricostruzione del legamento lesionato.
Segue un periodo di immobilizzazione di circa 2 settimane (senza carico) e successiva terapia riabilitativa.

L'Ospedale Cortina segue il paziente anche durante il periodo di riabilitazione con l'Unità di Medicina fisica e Riabilitazione dotata di moderne strumentazioni e palestra attrezzata.

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