Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è l’incapacità di ottenere o conservare l’erezione necessaria a portare a compimento il rapporto sessuale.
I problemi di erezione possono manifestarsi come episodi sporadici e occasionali, non c’è nulla di cui preoccuparsi.La vera e propria disfunzione erettile può avere invece un impatto molto negativo sulla qualità della vita, sull’autostima, sulla modalità di gestire le proprie relazioni interpersonali e sentimentali e può essere sintomo di diverse patologie.

Si identifica questo disturbo quando nel 75-100% dei rapporti sessuali:
 
  • non si riesce a raggiungere l’erezione o se ne ottiene una parziale
  • si raggiunge l’erezione solo per poco tempo e senza mai arrivare al coito

Si definisce la disfunzione erettile primaria o permanente se il paziente non ha mai potuto raggiungere o conservare un’erezione. Se invece la problematica insorge in un paziente che era già stato in grado di raggiungere l’erezione, si parla di disfunzione erettile secondaria o acquisita, molto più frequente rispetto a quella primaria.
 
Essa è particolarmente comune nei pazienti più anziani, che in ogni caso non devono sottovalutarla ed accettarla come normale: la sua insorgenza potrebbe infatti essere il segnale di problemi vascolari o la conseguenza dell’assunzione di determinati farmaci, entrambe evenienze più frequenti con l’avanzare dell’età. La SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità) riporta alcuni dati significativi: si manifestano disfunzioni erettili nel 2% dei giovani uomini fra i 18 e i 30 anni d’età e nel 48% dei soggetti con più di 70 anni.

L’erezione si sviluppa per aumento del flusso di sangue ai corpi cavernosi del pene. L’incapacità a raggiungerla o mantenerla ha origine da cause organiche o psicologiche, spesso in combinazione. A una difficoltà organica possono facilmente subentrare timori e ansie che peggiorano la sintomatologia.

Squilibri ormonali (ad esempio cali di testosterone), diabete, ipertensione, alterazioni della tiroide, cardiopatie, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, lesioni neurologiche o interventi chirurgici alla prostata sono le più comuni origini arganiche del disturbo.

Fra le cause psicologiche, stress, paura dell’intimità, ansia da prestazione, depressione.

La disfunzione può presentarsi anche in seguito a terapie con antipertensivi, beta-bloccanti e alcuni tipi di antiacidi, sonniferi, antidepressivi e antiaritmici, nonché per assunzione eccessiva di droghe (cocaina), fumo di nicotina, alcol.Un’erezione debole o assente può avere cause sia organiche, sia psicologiche ed è assai frequente che tali fattori contribuiscano insieme all’esordio del disturbo:
 
  • Disturbi vascolari, in particolare l’aterosclerosi. Dal momento che questa patologia implica la riduzione del flusso sanguigno, ciò vale anche per le arterie che si dirigono verso il pene. Fattori di rischio sono alti livelli di colesterolo, ipertensione arteriosa, diabete e fumo. Altra possibilità da considerare è la disfunzione veno-occlusiva, che comporta una fuoriuscita troppo veloce del sangue dalle vene, con conseguente diminuzione della pressione nel pene.
  • Disturbi dei nervi diretti al pene, che innervano la prostata: ecco perché alcune tipologie di intervento chirurgico, per affrontare il tumore alla prostata o per agire sull’ingrossamento della ghiandola, possono compromettere la funzionalità dei nervi stessi. Anche in questo caso, il diabete può costituire fattore di rischio, mentre è più raro che influiscano lesioni del midollo spinale, ictus o sclerosi multipla. Temporanei problemi di erezione possono avere fra le cause anche l’uso protratto nel tempo della bicicletta, in quanto l’area della sella subisce una pressione prolungata.
  • Disturbi ormonali, in particolare un livello notevolmente basso di testosterone, sebbene di solito questo sia piuttosto causa di minore desiderio sessuale. I sintomi potrebbero includere una riduzione del volume dei testicoli e un aumento delle mammelle, la caduta della peluria, tremori, modifiche di peso e appetito, intolleranza a caldo e freddo. 
  • Assunzione di farmaci (in particolare quelli utilizzati per ipertensione arteriosa, ingrossamento della prostata o depressione), bevande alcoliche o sostanze stupefacenti (specialmente cocaina e anfetamine).
  • Priapismo, un disturbo che comporta il mantenimento involontario dell’erezione per più di 4 ore: una condizione dolorosa che può anche compromettere il tessuto erettile.
  • Malattia di La Peyronie, detta anche induratio penis plastica (IPP). Si manifesta a causa dello sviluppo di una placca di tessuto cicatriziale o collagene che gradualmente modifica la forma del pene: durante l’erezione, esso si fa ricurvo e di conseguenza la penetrazione diventa difficoltosa. Può essere causa di disfunzione erettile se l’ispessimento cicatriziale si estende dentro il tessuto erettile e in particolare nel corpo cavernoso.
  • Morbo di Parkinson, che influisce su nervi e vasi sanguigni anche per l’assunzione di farmaci che comporta.
  • Diminuzione di energie dovuta a patologie.
  • Lesioni della zona pelvica, come ad esempio la frattura di un osso. 
  • Problematiche di tipo psicologico, che possono comprendere un aumento di stress, ansia, affaticamento, bassa autostima, ansia da prestazione, depressione, traumi o lutti. In questi casi, la causa della disfunzione erettile può anche essere associata a contesti precisi, come ad esempio la relazione con un partner a sua volta sofferente di problemi psicologici o sessuali, o ancora luoghi o situazioni specifici.

Un ulteriore fattore di rischio da considerare per l’insorgenza di disfunzione erettile è un peso corporeo eccessivo, che potrebbe a sua volta contribuire a far peggiorare diverse delle condizioni prese in causa.

L’impotenza maschile può presentarsi con sintomi differenti, in base al momento del rapporto sessuale in cui le problematiche si manifestano:
 
  • mancata erezione fin dal primo momento dell’approccio sessuale.
  • erezione debole e difficoltosa durante la penetrazione
  • perdita di erezione durante il rapporto, ossia successiva alla penetrazione.

Sebbene una o sporadiche manifestazioni di difficoltà nell’erezione siano assolutamente comuni, alcuni specifici segnali devono essere interpretati come campanelli d’allarme per problematiche più gravi, di tipo vascolare o neurologico. È quindi necessario rivolgersi al medico quando l’impotenza maschile è associata a sintomi come:
 
  • Mancanza di erezione durante il riposo notturno oppure al risveglio mattutino, che è in genere provocata da cause organiche e non psicologiche. I due momenti citati sono infatti quelli in cui tipicamente l’erezione è più facile. Con una causa fisica all’origine della difficoltà nel mantenere l’erezione, essa si manifesta indifferentemente lungo tutto l’arco della giornata.
  • Sensazione di intorpidimento nell’area della sella (zona genitale e delle natiche), che potrebbe essere connessa a una compromissione del midollo spinale.
  • Crampi alle gambe che si presentano durante l’attività fisica e scompaiono durante il riposo, o ancora piedi o dita dei piedi freddi e di colore bluastro, che potrebbero essere legati ad arteriopatia periferica o al diabete.

In ogni caso, in una buonissima parte dei casi la disfunzione erettile può essere debitamente gestita con trattamenti mirati. Fondamentale in tal senso è accertare la diagnosi.

Per prima cosa, il medico si informa sui sintomi lamentati dal paziente e sulla sua storia clinica. La raccolta di dati viene poi seguita da un esame obiettivo: si esaminano gli organi genitali, la prostata e il retto, per poi concentrarsi anche su eventuali segni di disturbi vascolari, ormonali o dei nervi.
 
Questi due momenti della visita sono in genere sufficienti al medico per indicare eventuali esami per accertare la disfunzione erettile e soprattutto i fattori che l’hanno determinata, a meno che non siano già stati chiariti dall’anamnesi: il paziente può infatti riferire di interventi chirurgici, assunzione di farmaci o altri eventi facilmente correlabili a problemi di erezione.

In ogni caso, gli esami si rivelano fondamentali anche per pianificare il trattamento opportuno. In particolare, vengono eseguiti esami del sangue per verificare i livelli di testosterone presente nel sangue oppure altri valori che potrebbero rivelare un diabete non ancora diagnosticato, disturbi della tiroide o dei lipidi. Anche il livello di PSA (antigene prostatico specifico) viene analizzato.

Lo specialista potrebbe considerare utile l’iniezione nel corpo cavernoso di un farmaco che funge da stimolo per l’erezione (prostaglandina E1), seguita da un ecocolordoppler: questo esame serve ad analizzare il flusso sanguigno all’interno del pene stesso e la struttura del corpo cavernoso.

Più raramente, il paziente riceve la raccomandazione di usare un apposito dispositivo in ambito domestico, con l’obiettivo di registrare il numero di erezioni durante le ore di sonno.

Per trattare i problemi di erezione durante il rapporto, i rimedi possono essere tanti quante sono le possibili cause all’origine: ecco perché è essenziale la diagnosi iniziale. L’eventuale patologia viene quindi identificata e trattata, oppure lo specialista potrebbe prescrivere un farmaco per sostituire quello alla base del problema.

In generale, le prime scelte di trattamento sono sempre meno invasive possibile. Dal momento che la disfunzione erettile è spesso causata da fattori compresenti di tipo organico e psicologico, spesso lo specialista procede a educare il paziente e chi ne condivide la vita intima. Può inoltre consigliare anche di rivolgersi a un sessuologo specializzato per una psicoterapia di coppia, con l’obiettivo di agevolare la comunicazione, gestire eventuali contrasti fra i partner e affrontare una possibile pressione da performance sessuale. Tale percorso terapeutico è sempre consigliato in concomitanza con tutte le altre modalità di trattamento.
 
È possibile intervenire su problemi di erezione con rimedi di tipo ormonale: nei rari casi in cui la causa principale sia un basso livello di testosterone, può essere prescritta la sua assunzione tramite l’applicazione di gel o cerotti ogni giorno, l’impianto sotto la cute di dispositivi appositi, prodotti per il naso, o nei casi più seri anche un’iniezione per due volte al mese.

Il medico potrebbe invece ritenere opportuna la somministrazione di farmaci orali, in particolare inibitori della fosfodiesterasi, che favoriscono il flusso di sangue verso il pene. Sono disponibili diverse tipologie di farmaci, caratterizzati dal medesimo funzionamento ma diversi per durata del loro effetto, combinazioni con determinati cibi e possibili effetti collaterali. In ogni caso, una buona parte di questi farmaci risulta più efficace se assunta a digiuno e quantomeno un’ora prima del rapporto sessuale.

Sono controindicati per i pazienti che assumono farmaci per l’angina pectoris, in particolare nitrati: l’interazione potrebbe infatti provocare un abbassamento eccessivo della pressione sanguigna. Un’alternativa ai farmaci orali è l’iniezione di prostoglandina PGE1 sulla parete laterale del pene oppure la sua assunzione tramite inserimento di supposta.
 
La mancata erezione può anche contare su rimedi fisici rigenerativi o riabilitativi: terapia extracorporea con onde d’urto a bassa intensità e iniezione intracavernosa di PRP, ossia plasma ricco di piastrine (un concentrato di fattori di crescita che supporta la rigenerazione dei tessuti).

Possono inoltre essere messi a punto per la disfunzione erettile alcuni rimedi meccanici. Se ad esempio il paziente ha la possibilità di raggiungere l’erezione ma non di mantenerla in autonomia, può applicare un anello di costrizione alla base del pene nel momento in cui la ottiene: in questo modo il sangue non fluisce verso l’esterno e il pene resta adeguatamente rigido.

Quando invece l’erezione non può essere ottenuta, può rendersi utile un dispositivo ad aspirazione manuale, che, proprio attraverso un meccanismo di leggera aspirazione, permette al sangue di fluire verso il pene. Si tratta di una metodica che presenta alcune criticità, come eventuali ecchimosi, freddezza della punta del pene e naturalmente un’assenza di spontaneità nel rapporto sessuale. Talvolta, i rimedi meccanici possono accompagnare il trattamento farmacologico.

Per quei pazienti che non possono ricorrere a farmaci o soffrono di disfunzione erettile grave potrebbe rivelarsi inevitabile sottoporsi a intervento chirurgico. L’operazione consiste nell’impianto di una protesi del pene, disponibile in due tipologie:
 
  • Protesi peniena malleabile, costituita da due cilindri nei corpi cavernosi. La sua presenza consente al pene di beneficiare sempre della rigidità necessaria alla penetrazione.
  • Protesi gonfiabile ad attivazione idraulica, composta dai seguenti elementi: due cilindri introdotti sempre nei corpi cavernosi, una pompa all’interno dello scroto e un serbatoio localizzato sotto il basso addome o di lato rispetto alla vescica.

Naturalmente, trattandosi di un’operazione chirurgica, sono sempre da considerare i relativi rischi, nonché la necessità di anestesia totale. Si tratta comunque di una soluzione che presenta elevati livelli di soddisfazione sia nel paziente, sia nella persona che vive la sessualità insieme a lui.

Sempre fondamentale è intervenire sullo stile di vita e su eventuali abitudini negative: oltre a mantenere sotto controllo il proprio peso corporeo, è indispensabile evitare di fumare (che rappresenta un fattore di rischio per problemi cardiovascolari) e di consumare bevande alcoliche.

Quando si soffre di problemi di erezione, a chi rivolgersi resta una questione delicata da affrontare: è sempre complesso per un paziente aprirsi su un tema tanto personale e intimo, così come non è facile individuare le strutture adatte presso cui affrontare il proprio percorso di diagnosi e cura.

Presso gli ospedali GVM Care & Research è possibile trovare tutti gli elementi che concorrono alla pianificazione del miglior percorso mirato: non solo gli specialisti più competenti e aggiornati nell’utilizzo delle metodiche più innovative, supportati da équipe multidisciplinari di altissimo livello, ma anche i dispositivi tecnologici più all’avanguardia. Tutte risorse esaltate e valorizzate da una visione completa del paziente, della sua storia, delle sue esigenze e anche dei suoi timori: un approccio determinante, soprattutto nel contesto di un disturbo il cui trattamento richiede una buona dose di fiducia e volontà di impegnarsi in prima persona.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

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